Qualche settimana fa ho trascorso un pomeriggio memorabile, ma prima ci tengo a fare una premessa. Ci sono persone con cui, fin da subito, riesci a metterti d’accordo senza intoppi. Non so cosa sia esattamente, forse un'energia, una combinazione astrale, una sintonia. È con questo spirito che, in un venerdì di luglio, ho proposto a Carolina Roncallo, di fare un giro in Val Borbera per visitare il campo di lavanda di Vendersi di cui avevo sentito parlare da tempo. Così, con Carolina ci siamo avviate verso questa valle che, pur trovandosi già in basso Piemonte, rappresenta a tutti gli effetti un “retro” Liguria.

Un’occasione unica di rilassarsi passeggiando nel paese degli spaventapasseri, dove ogni dettaglio è valorizzato dalla cura di mani sapienti che hanno allestito a cielo aperto un piccolo angolo di paradiso: tavolini imbanditi con raffinate ceramiche, catini di zinco che ospitano rigogliose ninfee, divani su cui poggiano cuscini ricamati, non mancano attrezzi da cucina e da lavoro appesi ai muri, un letto addossato in un angolo riparato della casa e un bagno che odora di lavanda.

Si, il denominatore comune è la lavanda, perché sopra il paesino è stata impiantata una piccola coltivazione che colora un angolo di terra diversamente dimenticato. Il campo è protetto da una recinzione elettrica e ospita una seggiola, dello stesso colore violetto, su cui è possibile accomodarsi per scattare qualche foto. Confesso mi aspettavo un odore inebriante che invece non ho colto al mio arrivo mentre sono stata piacevolmente impressionata dal ronzio delle api che lavoravano assiduamente ogni fiore. Poco sotto, seduti a un tavolino, un gruppetto di addetti ai lavori, due signore che levavano i fiori da mazzetti di lavanda secca dell’anno precedente raccogliendoli in un cestino per destinarli a piccole creazioni vuoi per gli armadi, vuoi per affogarli in qualche pasta di sapone. Lì il profumo era invece molto inteso.
Il responsabile del campo ci ha spiegato che dal raccolto di tutto il campo si ottengono per distillazione solo due litri di olio essenziale mentre la produzione dell’idrolato è ovviamente maggiore. L’idrolato un sottoprodotto della produzione nella distillazione, il primo prodotto di questo metodo estrattivo è infatti l’olio essenziale che è il più pregiato e che contiene un’importante quota di attivi mentre il secondo, meglio conosciuto come acqua aromatica, contiene una percentuale molto bassa di attivi ma, nel caso della lavanda, come di altri fiori, rappresenta un’ottima preparazione per la cura del viso e del corpo, dalle proprietà rinfrescanti e anche attivo nell’allontanare gli insetti molesti.

Dalla seconda metà di Luglio la lavanda verrà piano piano raccolta, pertanto vi consiglio, se vi garba, di fare un salto a vedere questo angolo di paradiso dove si ha l’impressione che il tempo si sia fermato.