"Con Palermo c’è sempre stato un rapporto di rabbia e di dolcissima disperazione. La sento malata e mi fa arrabbiare. Io vorrei andarmene ma non ci riesco, la amo morbosamente e ho ancora molte cose da fare nella mia città”
Così Letizia Battaglia racconta così la sua città natale, la città dove è cresciuta e dove ha cominciato a 34 anni a lavorare come fotografa, collaborando con la il giornale palermitano L'Ora. Letizia dal 1974 diventa responsabile fotografico dello stesso quotidiano, raccontando attraverso le sue fotografie la mafia siciliana e la scia di sangue che si è portata dietro, ma anche i processi, le manifestazioni e lo spaccato della società dell'epoca.
Negli anni successivi scuote l'opinione pubblica con foto come quella di Giulio Andreotti insieme agli esattori mafiosi Salvo che furono acquisiti agli atti per il processo, o con l'assassinio di Piersanti Mattarella. La mostra è un documentario particolarmente crudo e commovente, il cui intento è quello di offrire allo spettatore una visione
complessiva della storia e del costume nazionale.
Una mostra che mette in luce i diversi aspetti del lavoro di Letizia Battaglia, concepita per arrivare allo spettatore tramite l'amore e il dolore, il sangue e la compassione, la tragedia e il sogno che si mescolano in un percorso dal forte impatto emotivo, riflettendo il coraggio e la grandezza della fotografa.
Dopo l’assassinio del giudice Falcone, avvenuto il 23 maggio 1992, Letizia Battaglia si allontana dal mondo della fotografia, ormai stanca di avere a che fare con la violenza.
Palazzo Ducale di Genova | Sottoporticato
dal 29 Aprile al 01 Novembre
da Martedì a Domenica | dalle 10 alle 19
La mostra è realizzata da Civita Mostre e Musei, in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia, la Fondazione Falcone per le Arti e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura